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DATA: 23 maggio 1999

Da ieri ricevo domande su questa "mamma squalo" del Golfo di Taranto.
La situazione che ho raccontato e’ insolita, ma non troppo. Non vorrei trasmettere a chi legge l’idea antropomorfica di una famigliola di squali che nuota gioiosa in mezzo al mare.
Lo squalo non si cura dei suoi figli, non li allatta, non li educa, non li protegge.
Anzi per molte specie di squali il primo nemico e’ la mamma.
Squalo grosso mangia squalo piccolo, sia esso parente o no.
Ecco allora che la natura ha inventato uno stratagemma per evitare che le mamme divorassero i loro figli portando la specie all’estinzione: ha tolto alle mamme squalo l’appetito nel periodo vicino al parto, evitando così "errori".

L’appetito rimane pero’ immutato negli squali maschi e per questa ragione, in genere, le femmine vanno a riprodursi nelle zone dove non ci sono squali maschi, le cosidette "nursery".

L’avere incontrato una verdesca molto piccola mi ha fatto pensare che il parto fosse avvenuto nei paraggi.
Probabilmente così e’ stato.

Quindi una nursery per le verdesche nel Golfo di Taranto?
Forse.
Si sapeva che in molti tratti di mare del Mediterraneo, per esempio nell’Alto Adriatico, le verdesche vanno a riprodursi. Ma nel Golfo di Taranto le nascite sono casuali o invece il Golfo di Taranto e’ un’altra nursery per le verdesche?

E’ presto per dirlo. Saranno i ricercatori a verificarlo.

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Tratta dal CD "Squali"
di P. e A. Angela e A.L. Recchi

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